mercoledì 25 febbraio 2015

IL MONDO DI MARTIM


Brasiliano: presente. Cinese: presente. Belga: presente. Italiano: presente. Peruviano: presente. No, non mi riferisco ai turisti, mi riferisco ai piatti. Perché un bel melting pot di pietanze (ma anche di persone, claro) lo trovi qui, nel cuore pulsante della città, nella piazza più cosmopolita di Lisboa: praça Martim Moniz.

Mi ricordo ancora la primissima volta che vi misi piede una quindicina d'anni fa. Mi colpirono due cose: che era molto sporca ma anche che era straordinariamente variegata. C'erano asiatici ma soprattutto africani, africani e ancora africani; addirittura, entrando nel Centro Comercial da Mouraria, quel brutto palazzo sul lato orientale della piazza, mi sembrava di essere stato teletrasportato a Maputo o a Luanda perché intorno a me vedevo solo africani e prodotti africani: cibo, spezie, tè, utensili, vestiti, dischi, strumenti musicali, eccetera. Da qualche anno invece l'anima africana del centro commerciale è stata fagocitata ed espulsa da quella cinese, ma si sa: ubi maior minor cessat. In compenso però i cinesi a ogni loro capodanno colorano la piazza con le loro feste tradizionali che sono una gioia per gli occhi.

La posizione topografica della praça ne spiega la varietà etno-antropologica: siamo in pieno centro, a un passo dal quartiere della Mouraria e dal largo do Intendente, due dei distretti più meticci di Lisbona, e vicinissimi all'altrettanto nera praça da Figueira e al popolarissimo colle di Santa Ana o Pena. In piazza e nelle stradine adiacenti è un susseguirsi di attività commerciali etniche porta sim porta não (una porta sì e una no), di zaffate di odori penetranti e speziati e di varia umanità abbigliata come le rispettive tradizioni di provenienza impongono.

Ma chi sarebbe il Martim Moniz cui la piazza è dedicata? Trattasi dell'eroe medievale che nel 1147, al tempo dell'assedio di Lisbona (cerco de Lisboa) immolò la propria vita per permettere ai cristiani di riconquistare la città in mano ai Mori. Essendosi aperto uno spiraglio in una porta della cinta muraria (la Cerca Moura) del Castello di São Jorge, il giovane vi appose il proprio corpo per impedire che si richiudesse e per permettere così alle truppe del re Dom Afonso Henriques di entrarvi e riprendersi la città. Sapeva bene, lo sventurato, che sarebbe morto letteralmente schiacciato dal peso della porta, come ironicamente rappresentato in una delle belle immagini che ornano l'omonima fermata della metro (foto).

Fino a qualche anno fa la piazza, soprattutto di sera, incuteva un po' di soggezione perché alla mercé di sbandati e di sporcizia. Poi però è arrivato il solito sindaco António Costa, che una ne pensa e cento ne fa, e le è stata data una nuova fisionomia e una nuova dignità. Tre anni fa è stato infatti inaugurato nella piazza, appositamente ridisegnata e ristrutturata, il Mercado da Fusão, una serie di chioschi di cucina etnica, dal brasiliano al cinese all'italiano. Non si poteva trovare posto più felice per un'operazione del genere: lì dove i popoli erano usi incontrarsi, adesso vi si incontrano anche le cucine. Così, soprattutto all'ora di pranzo o dell'aperitivo, e d'estate anche fino a tarda notte, il Martim Moniz è un'enorme esplanada all'insegna dei sapori del mondo. E anche dell'ozio, hai visto mai.

2 commenti:

  1. Graziano, essendo io una portoghese che, ormai tanti anni fa, ha vissuto in Italia, vedere il mio Paese attraverso i tuoi occhi é molto interessante e, devo dire, farsi tutta una cultura. Grazie di questo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Susana, tutto quello che mi scrivi mi fa molto piacere e mi riempe d'orgoglio.
      Grazie a te per le tue parole e per la tua fedeltà.

      Elimina