martedì 5 febbraio 2013

“DAGLI AL MARRANO!”




C’è un posto singolare nel placido Rossio lisboeta, a pochi passi dalla Ginjinha e dal teatro D. Maria. È il largo de São Domingos, oggi brulicante di turisti e africani, animato ma sereno benché teatro di uno degli eventi più sanguinosi della storia della città. Pochi ne sono a conoscenza, anche a causa della complicità dei libri di storia portoghesi che l’hanno a lungo ignorato. Però sette anni fa la Città di Lisbona ha installato una lapide che ricorda l’eccidio, frutto del fanatismo religioso e dell’inestirpabile antisemitismo, una delle peggiori malattie del genere umano.

Alla fine del XV secolo il re Dom Manuel I aveva ordinato la conversione forzata degli ebrei, pena l’espulsione o, peggio, la condanna a morte. Molti di loro quindi, per ovvi motivi, si erano convertiti al cristianesimo pur continuando a professare segretamente la propria religione (e guadagnandosi l’appellativo spregiativo di “marrani”). Che non fossero ben visti dalla popolazione cristiana divenne lampante il 19 aprile 1506.

Tutto cominciò appunto dentro la chiesa di São Domingos, in cui centinaia di fedeli pregavano per chiedere l’interruzione della siccità che imperversava da mesi sulla capitale. A un certo punto un fedele esclamò di aver visto uno scintillio sullo sguardo del crocifisso davanti al quale pregavano e urlò al miracolo. Uno dei “nuovi cristiani” obiettò che forse, anziché lo scintillio dello sguardo di Cristo, si era trattato solo dello scintillio di un raggio di sole. Apriti cielo! La folla, sobillata dal prete domenicano che celebrava messa, trascinò fuori il malcapitato e lo linciò senza troppi complimenti, mutilandolo e bruciandolo. Quest’esecuzione barbara fu solo la miccia che fece esplodere immediatamente in tutta la città l’odio per l’ebreo. Poche ore, ed era già caccia all’uomo, alla donna, al bambino, purché giudei. Si susseguirono tre giorni d’inferno in cui folle inferocite, incitate dai domenicani che addirittura promettevano la remissione dei peccati a chiunque ammazzasse gli eretici, fecero ben quattromila vittime. Soltanto quando fu assassinato lo scudiero del re, nuovo cristiano ma non ebreo, Dom Manuel I si decise a intervenire con le sue truppe, confiscando i beni di chi si distinse nei disordini e facendo impiccare i domenicani.

Purtroppo la storia di diaspora e persecuzione degli ebrei in Portogallo continuò ancora per secoli, soprattutto dopo l’istituzione della Santa Inquisizione - dal 1540 al 1821, benché di molto ridimensionata nel XVIII secolo dal Marquês de Pombal -. È singolare però il cupo destino della chiesa di São Domingos: nel 1959 un incendio la distrusse parzialmente, conferendole quell’aria plumbea e sinistra che ancora oggi conserva. Un postaccio, insomma.

7 commenti:

  1. Che triste storia e ti ringraziamo per queste pillole di sapere. Fortunatamente le nazioni non si distinguono solo per questo. Come l'Italia ebbe Perlasca che si finse diplomatico spagnolo a Budapest e salvò migliaia di ebrei, così ci fu un diplomatico, vero questa volta, che non fu da meno. Aristides de Sousa Mendes, sulla cui biografia si può leggere bene su Wikipedia era un dipolmatico portoghese che ne salvò tantissimi, non solo rischiando con i nazi, anche contravvenendo gli ordini di "zio" Antonio (Salazar, intendo...!!)

    Ricordiamolo con rispetto.

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    1. Grazie a te, Anonimo, per l'accenno a Aristides de Sousa Mendes, che non conoscevo ma che effettivamente è un personaggio che merita approfondimenti.

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  2. Ciao Graziano,
    mi fa piacere che hai raccontato di questi sanguinosi avvenimenti, che sono in generale poco conosciuti. Non molto tempo fa ho letto il romanzo "L'ultimo Cabalista di Lisbona", è ambientato proprio in quei terribili giorni... Agghiacciante davvero!
    Un abbraccio dal cuore della Mitteleuropa!

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    1. Ciao Monica
      credo che cercherò questo "L'ultimo cabalista d'Europa" ;-)

      Mitteleuropa dove? :-)

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    2. In Boemia meridionale, Repubblica Ceca.
      Il romanzo è "Il cabalista di Lisbona" di Richard Zimler,un bestseller di qualche anno fa. Praticamente ormai introvabile in italiano, ma in portoghese lo trovi. Se non erro il titolo in portoghese è "O ùltimo Cabalista".
      Beijos

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    3. Boemia meridionale? Non ci sono mai stato... Dev'essere bello, ma forse è un po' freddo adesso, vero? :-)

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    4. Freddo? Gelido direi! Siamo da un paio di mesi sotto la neve ed il ghiaccio e... nessuno che si lamenti, pensa! In primavera sarà una meraviglia, dicono... :) ma se ti piace sciare (fondo) anche in inverno non è malaccio e la Selva Boema è ancora piuttosto integra e selvaggia... Brrrr ahi que frio!

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