venerdì 20 aprile 2012

DI 28 CE N'È UNO, TUTTI GLI ALTRI...



Se a zonzo per Lisbona ti capita d'incrociare un giocattolino giallo che sferraglia sulle rotaie, inesperto come sei dirai sicuramente che è il famoso tram 28. Ora, se sei all'Alfama o al Chiado può pure essere, ma se sei ad Alcântara o al Campo das Cebolas di sicuro hai preso una tranvata. Perché sarà vero che il più famoso è il numero 28, forse perché il suo percorso si articola attraverso i quartieri più turistici della città, ma è anche vero che esistono altre quattro linee servite dal simpatico trabiccolo.

Il 12. L'ho preso per la prima volta proprio l'altro giorno. Ero in praça da Figueira (piazza del Fico) ed ero abbastanza stanco per tornare a piedi nella mia nuova casetta dell'Alfama, sotto il miradouro das Portas do Sol. E naturalmente volevo anche passare nel cuore del quartiere più losco del centro storico, la Mouraria. Che poi di losco ha solo un po' di scenografia: case fatiscenti e brutti ceffi che bighellonano davanti alle bettole. Per il resto ci sono negozietti di quartiere gestiti da vecchietti o da asiatici, bottegucce artigianali inconsapevolmente vintage e donne che urlano ai propri figli un po' come ai Quartieri Spagnoli di Napoli. In altre parole: la Lisbona più popolana. Che appunto puoi vedere dai finestrini del 12, che poi sbuca sotto al Castello, passa per i miradouros das Portas do Sol e poi di Santa Luzia, scende verso la (cattedrale), e poi vira su rua da Prata (via dell'Argento), in piena Baixa, per tornare in Praça da Figueira.

Il 15. Da un po' di anni in realtà il grosso delle corse viene effettuato con quelli articolati (tipo l'8 di Roma, per intenderci), ma alcuni veicoli gialli ancora esibiscono il cartello “15” con la scritta della destinazione “Praça da Figueira” o “Algés”, che è un sobborgo oltre Belém. E infatti è abbastanza frequentato da turisti che, passando per il rinato quartiere di Alcântara, vanno nella ricca Belém con la scusa di andare a vedere la Torre, il Monastero, il Centro Culturale, il Museo della Carrozze e il palazzo presidenziale, e invece poi si fanno beccare mentre fanno la fila davanti all'Antiga Confeteira de Belém per ingozzarsi dei famosi pastéis de nata e accumulare grassi saturi nel sangue.

Il 18. Più o meno fa lo stesso percorso del 15, solo che parte un po' più avanti, nel movimentato Cais do Sodré, e quando si trova sotto il ponte 25 Aprile si inerpica sulla collina di Ajuda, dove c'è il famoso, sontuoso e incompiuto Palazzo di Ajuda, citato anche in un modo di dire portoghese per riferirsi a un lavoro che si protrae per tempi infiniti.

Il 25. Mi piace molto il percorso di questa linea perché, soprattutto nel secondo tratto, attraversa i quartieri storici più paciosi ed eleganti, con botteghe ed empori d'altri tempi, ambasciate immerse in giardini lussureggianti, negozi di design contemporaneo, signore cotonate, pasticcerie di quartiere e splendidi scorci panoramici sul Tago. Parte dal Campo das Cebolas, ai piedi dell'Alfama e davanti alla Casa dos Bicos (Casa dei Becchi – per via della sua facciata - che tra qualche giorno diventerà sede della Fondazione Saramago) e termina al cimitero dei Piaceri, nell'accogliente quartiere di Campo de Ourique. Cosa c'è in mezzo? I fasti del Terreiro do Paço, l'agitazione del Cais do Sodré, il design di Santos-o-Velho, lo charme aristocratico di Lapa e la rassicurante borghesia di Estrela.

Come puoi vedere di 28 ce n'è uno, ma tutti gli altri non son nessuno. Anzi!

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